I COMUNI MEDI PROTAGONISTI DI UNA RETE URBANA 29-30 SETTEMBRE 2022

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Spunti per una nuova Organizzazione di Area Funzionale

Questo il titolo delle due giornate organizzate nell’ambito dell’iniziativa “SHARPER – Notte europea dei Ricercatori Nuoro 2022”, per promuovere Un confronto sul concetto di Area Funzionale a partire dalle Città Pilota del progetto MediAree-Next Generation City fino alle esperienze delle Unioni dei Comuni e la prospettiva delle Politiche di Coesione.
Nelle giornate del 29 e 30 settembre, si sono succeduti una serie di incontri e seminari che avevano al centro del dibattito il concetto di Area Urbana come struttura portante del tessuto organizzativo del nostro paese.

29 SETTEMBRE

INCONTRO DIBATTITO – Nel pomeriggio, presso la sala congressi dell’ExMè a Nuoro, il secondo appuntamento prevedeva un incontro-dibattito su due tematiche:

  • Avanzamenti teorici e pratici del concetto di Area Funzionale: una prima riflessione sugli spunti emersi da MediAree – Next Generation City; le Città Medie al centro del Riabitare l’Italia.
  • La Rete Urbana e lo sviluppo funzionale delle Unioni dei Comuni: quadro normativo ed esperienze a livello nazionale ed europeo; possibili proposte normative.

Ad aprire l’incontro Filippo Spanu, Assessore alla programmazione, realizzazione agenda 2030 e politiche europee del Comune di Nuoro.
“Il tema della giornata è: come lavorare per creare una governance dell’Area Vasta? Il progetto Mediaree è incentrato sul ruolo delle Città Medie, che sono quelle che di fatto forniscono i servizi urbani soprattutto alle aree dell’interno dell’Italia e della Sardegna. Questo ruolo nel tempo è stato sottovalutato a vantaggio delle grandi Città metropolitane, mentre l’iniziativa Mediaree di Anci e PON Governance, alla quale il Comune di Nuoro ha partecipato, vuole rilanciare i temi della Città Media e del legame che questa ha con la propria Area Vasta.”

Il Sindaco di Nuoro Andrea Soddu ha evidenziato che le risorse e gli sforzi della politica a tutti i livelli si sono mossi in direzione delle città metropolitane senza considerare adeguatamente il ruolo delle Città Medie e le modalità con cui queste contribuiscono a supportare tutto il territorio di Area Vasta che le circonda.
“È importante portare l’attenzione a livello nazionale sul fatto che una grande parte della popolazione risiede nelle Città Medie e nelle relative Aree Vaste ad esse connesse.
La situazione attuale è evidentemente in contrasto con l’agenda 2030 delle Nazioni Unite e con le aspettative di un grande paese dove non possono esistere diseguaglianze tra i cittadini delle grandi metropoli e quelli delle Aree Vaste”.

Emiliano Deiana, Presidente ANCI Sardegna, ha sottolineato l’importanza di portare avanti il progetto NGNuoro2030: “È importante che le Città Medie portino avanti il lavoro di cooperazione che hanno avviato con il territorio circostante ma è altrettanto importante far prevalere l’etica della collaborazione tra le grandi città contro quella della competizione”.

“Noi come ANCI siamo ben consapevoli che il nostro è un Paese di Città Medie – sostiene Raffaella Florio, Responsabile del progetto Mediaree per ANCI – e che non possiamo non tener conto di questa realtà. Il nostro è il primo progetto in Europa che punta a valorizzare le Città Medie portandone sotto i riflettori le potenzialità ma anche le necessità per le quali queste, con i loro territori, richiedono una maggiora attenzione da parte delle istituzioni.
Mediaree rappresenta un osservatorio sulle Città Medie per mettere a fuoco i bisogni e la domanda di intervento delle città da tradurre poi in iniziative e strumenti a sostegno dei territori”.

A seguire la presentazione della ricerca “L’Italia di mezzo – Tra metropoli e aree interne” presentata da Francesco Curci di “Riabitare l’Italia”.
Curci ha portato all’attenzione dei presenti la condizione di una parte di paese rappresentativa di oltre il 50% della popolazione che lamenta importanti lacune in termini di condizione ambientale e socio-culturale, la carenza di infrastrutture, l’esigenza di definire politiche dedicate allo sviluppo.

L’incontro è proseguito con l’intervento di Alessandro Canelli, Sindaco di Novara: “L’iniziativa portata avanti dal comune di Novara nell’ambito del progetto Mediaree è basata su una partnership con i tre poli universitari del territorio con cui abbiamo avviato un processo di ricerca di strategie comuni che possano dare gambe alle iniziative di sviluppo dell’Area Vasta.
Le azioni avviate, grazie alle interazioni tra le nostre città e i nostri paesi limitrofi, hanno già portato alla creazione di oltre 2000 posti di lavoro. Dal punto di vista turistico stiamo portando avanti il progetto di un’unica agenzia turistica di Area Vasta”.

L’intervento successivo è stato quello di Massimo Isola, Sindaco di Faenza e Presidente Unione Romagna Faentina.
“Il futuro delle Unioni dei Comuni è creare aree vaste ed omogenee. La lontananza dai centri maggiori diventa una vera opportunità in un contesto urbano che vede una città nuova e policentrica: ci sono voluti 10 anni ma ora la nostra Unione ha 9 dirigenti ed oltre 500 dipendenti.
Possiamo permettere ai comuni più fragili di avere servizi più efficienti e strutturati e i cittadini si sentono più vicini alle possibilità di sviluppo. Le azioni messe in campo al momento sembrano funzionare: il welfare è robusto, c’è un ottimo sviluppo economico, un’identità territoriale forte e grande crescita generale”.

Paolo Ravaioli, Coordinatore dell’Unione dei Comuni Romagna Faentina ha poi illustrato la suddivisione dei servizi, la centralizzazione dell’organizzazione, la gestione del personale, dei dirigenti e delle posizioni organizzative, le scelte di razionalizzazione.
“L’Unione è stata pensata e realizzata come efficiente braccio operativo dei comuni, con regia e coordinamento unitari”.

Infine Giovanni Coinu – Università degli studi di Cagliari, ha approfondito il quadro normativo relativo alle aggregazioni di Comuni, ricordando che esistono diversi strumenti per la creazione di forme associative tra enti locali.

30 SETTEMBRE

INCONTRO DIBATTITO – Le Politiche europee di Coesione: la programmazione delle Aree Funzionali delle Città Medie strumento per le nuove Politiche di Coesione

 Il primo degli interventi in agenda è stato quello di Carlotta Fioretti, ricercatrice presso il Joint Research Centre, Commissione europea.
“L’area urbana funzionale inizia ad essere intesa come scala privilegiata per intervenire sul territorio, con strategie integrate, su alcune tra le più importanti questioni urbane e territoriali (cambiamento climatico, mobilità sostenibile ecc). Ecco perché si parla di Aree urbane funzionali nell’Agenda Urbana della UE, nell’Agenda territoriale 2030, nella nuova carta di Lipsia ed è parte integrante della nuova politica di coesione”.
Sono stati poi illustrati gli strumenti per lo sviluppo urbano, online e interattivi, creati dal Joint Research Centre e le principali sfide che gli amministratori e gli attori locali possono trovarsi a dove affrontare in un percorso orientato alle aree funzionali.

Il secondo intervento è stato quello di Gianluca Cadeddu, Centro Regionale di Programmazione CRP-Regione Autonoma della Sardegna, che ha illustrato le strategie di programmazione, in particolare quelle con maggiore “attenzione ai luoghi”, individuate dalla Regione Sardegna negli ultimi anni.
“Nella programmazione scorsa sono state individuate nell’isola tre aree urbane nelle quali avviare politiche di integrazione sociale. L’obiettivo perseguito era quello di scegliere delle aree urbane (Poltu Quatu a Olbia, Rosello a Sassari, Is Mirrionis a Cagliari) che potessero diventare un vero e proprio “luogo di innovazione”. Durante la sperimentazione ci siamo resi conto che mancavano delle “cerniere interne”, dei luoghi che non fanno parte della strategia delle città metropolitane e neanche della strategia diffusa per i piccoli Comuni ed in quei luoghi che ora andremo a lavorare”.

Marco Naseddu, Centro Regionale di Programmazione CRP-Regione Autonoma della Sardegna, ha illustrato le strategie pianificate dal CRP, i limiti incontrati nella scorsa programmazione, la necessità di integrazione tutti i soggetti che operano per lo sviluppo territoriale, per ridurre la dicotomia che crea contrasto tra area urbana e sistema rurale (es. GAL e FLAG).
Nella nuova politica di coesione regionale è stato introdotto il concetto di area funzionale, cercando di creare o ricucire un legame con le aree intorno ai centri principali.
“Nel programma per l’agenda urbana regionale la dotazione disponibile è di 123 milioni di euro, destinati alle tre aree metropolitane (Cagliari, Sassari, Olbia) e alle città di Nuoro, Oristano, Iglesias e Carbonia quali città medie con funzione di centri propulsori per i comuni circostanti”.

La mattinata è proseguita con una tavola rotonda dei Sindaci dei Comuni partner del progetto NGNuoro2030.

Ad avviare il dibattito il Sindaco di Nuoro Andrea Soddu che ha subito sottolineato come tutti gli ospiti delle due giornate abbiano portato documentazioni e testimonianze che, di fatto, dimostrano che l’idea di lavorare come un’unica Area Vasta sia una scelta vincente in termini di fornitura dei servizi e di gestione del territorio.
“Noi veniamo da un sistema che vede Stato, Regioni, Provincie e Comuni che forniscono servizi, una struttura che il mondo moderno ci impone di abbandonare o quantomeno di adattare alla situazione contemporanea. In questo momento hanno molto più valore le relazioni e le interazioni tra le comunità che hanno lo scopo di creare i presupposti affinché i cittadini del territorio possano fruire degli stessi servizi di quelli che vivono nelle grandi metropoli”.

Il Sindaco di Sarule Paolo Ledda ha lamentato la carenza di servizi nei piccoli paesi, da servizi essenziali come l’assistenza medica – il alcune realtà locali mancano persino i medici di base – a servizi che agevolano la vita dei cittadini come la presenza di uno sportello bancomat in paese. L’accentramento dei servizi ha sostanzialmente spolpato le piccole comunità negando ogni possibilità di sviluppo e favorendo un crescente fenomeno di spopolamento.

Il Sindaco di Osidda Antonio Serafino Doneddu sottolinea il poco tempo a disposizione per cogliere le opportunità offerte dal PNRR. “L’esperienza ci ha insegnato che spesso i fondi a disposizione non sono sufficienti e si arriva a una condizione in cui le risorse investite non producono l’effetto sperato a causa delle note lentezze burocratiche o della carenza di quelle risorse umane necessarie a snellire i procedimenti”.

Luciano Barone, sindaco di Mamoiada, evidenzia come da anni si stia cercando di fare rete tra le varie comunità.
La creazione di una nuova partnership come la Rete Urbana deve essere strutturata in maniera tale da non lasciare fuori nessuno. Sarà fondamentale cercare e fornire la Rete Urbana delle risorse umane necessarie affinché questa possa funzionare e affinché la sua operatività sia garantita oltre la durata dei mandati della politica.

In conclusione, il Sindaco di Nuoro Andrea Soddu ha parlato della creazione della Rete Urbana del Nuorese. “Per fronteggiare le problematiche espresse oggi, è certamente necessario unirsi per fare massa critica. Con la Rete Urbana, ogni partner, in proporzione alle proprie capacità e disponibilità, fornirà risorse e competenze che diventeranno una risorsa condivisa. Questa soluzione metterà tutti sullo stesso piano e potremo agire come un unico territorio, in una condizione in cui ogni Comune della Rete avrà a disposizione personale specializzato in misura nettamente superiore rispetto alla situazione attuale”.

A chiudere le due giornate di incontri L’assessore Filippo Spanu.
“Stiano attraversando un periodo di grandi cambiamenti a partire dai piccoli Comuni dell’Area Vasta di Nuoro sino alle amministrazioni centrali in Europa. Gli interventi di questi giorni ci hanno mostrato che in Italia manca il sostegno alle politiche di sviluppo delle Città Medie, vera ossatura del paese. Tuttavia il dibattito è acceso e i riflettori sono puntati sul fatto che intorno alle Città Medie gravita la maggior parte dei cittadini e delle imprese e dobbiamo essere pronti ad affrontare le sfide del futuro. Tutti gli ospiti che sono intervenuti hanno manifestato le difficoltà che le singole amministrazioni si trovano ad affrontare ma abbiamo anche avuto le testimonianze di successo di chi ha deciso di unirsi in aree funzionali forti e strutturate. In questi due giorni abbiamo tentato di dare risposte e di tracciare una strada da percorrere tutti insieme per lasciare una eredità solida al nostro territorio e alle prossime generazioni”.